Nel duemilaqualcosa il giovane Foco era in uno strano periodo della sua vita. La diagnosi dello psicologo del servizio d'igiene mentale parlava di "depressione maggiore di secondo grado", secondo lui gli era semplicemente imploso il cervello.
Depressione. È quello stato che solamente il cinque per cento delle persone che conosci identifica come malattia, percentuale in cui puoi ritrovare i tuoi genitori e tutti quelli che ti vogliono veramente bene. Il restante novantacinque per cento è indeciso se sei un paraculo che non c'ha voglia di lavorare, un probabile tossico/alcolista, o tutte e due le cose. Di fatto non riusciva più a vivere una vita normale, non dormiva, mangiava poco e a forza e nei momenti di massimo buonumore si interrogava sui benefici che avesse potuto arrecargli l'attraversare l'autostrada bendato. La situazione si protraeva già da parecchi mesi ed il giovanotto, notando che non se ne usciva, cominciò a pensare che forse le pillole magiche che il servizio sanitario nazionale gli elargiva in maniera copiosa non bastavano. Non bastava neanche la cura omeopatica di rinforzo che si era auto prescritto , perlopiù a base di derivati naturali del luppolo e di malti vari, che, anzi, aveva avuto qualche fastidioso effetto collaterale sul parco macchine di famiglia.
Foco cominciava ad averne le palle piene di star male e subodorava una certa stanchezza anche nelle persone che aveva intorno.
Bisognava darsi una scossa, trovare una soluzione.
E al più presto.
E al più presto.
Si avvicinavano le feste natalizie e questo aumentava l'urgenza, una ricorrenza in cui tutti sembrano e devono trasudare pace e felicità, per un depresso è urticante come un perizoma di juta per uno che ha un herpes genitalis.
Il pericolo incombente lo portò a partorire la più classica delle risposte: la fuga.
Scappare.
Fuggire da tutto,con la speranza ,magari, di lasciare indietro anche se stessi.
Niente di geniale come trovata, ma quando hai metà neuroni impastati di psicofarmaci e l'altra metà in pieno oktoberfest non è che ti puoi permettere di fare lo schizzinoso.
Certo la cosa andava studiata nei dettagli, non si poteva mica lasciare tutto in mano al caso.
Fuggire da tutto,con la speranza ,magari, di lasciare indietro anche se stessi.
Niente di geniale come trovata, ma quando hai metà neuroni impastati di psicofarmaci e l'altra metà in pieno oktoberfest non è che ti puoi permettere di fare lo schizzinoso.
Certo la cosa andava studiata nei dettagli, non si poteva mica lasciare tutto in mano al caso.
Pochi minuti dopo aver elaborato il piano Foco era già dentro un'agenzia viaggi.
"Buongiorno, vorrei un biglietto aereo per il posto più lontano da qui"
"Salve, c'erano prima di lei almeno quattro persone"
"Scusate, faccio la fila. Bello il cane, è un Jack Russel? Scusate ancora."
Un paio d'ore dopo aver elaborato il piano Foco era ancora dentro l'agenzia viaggi.
"Adesso tocca a lei, diceva?"
"Si, ecco, vorrei un biglietto aereo per il posto più lontano da qui"
"Bene, la Nuova Zelanda...biglietto in economica di andata e ritorno...partenza prima possibile...sono 2200 euro."
La cifra purtroppo cozzava col fatto che il giovanotto aveva già sventrato un paio di carte di credito credendo che il suo stato mentale si potesse migliorare a colpi di shopping insensato ma costante.
È incredibile come butti via i soldi quando ti ritrovi nella scatola cranica qualcosa che ha le stesse facoltà cognitive di un uno yogurt scaduto.
Di quei momenti di pazzia spendereccia gli rimanevano un tatuaggio fatto a cazzo da un parrucchiere costato come una rata della macchina, due paia di jeans all'ultima moda che gli scoprivano il culo e gli comprimevano il pacco probabilmente impedendogli una futura paternità, una giacca di pelle tamarra ma cara come se la pelle fosse stata di triceratopo e una quantità di altre cose inutili che però lo avevano aiutato a passare dallo status di "indebitato" a quello di "indebitato abbestia".
È incredibile come butti via i soldi quando ti ritrovi nella scatola cranica qualcosa che ha le stesse facoltà cognitive di un uno yogurt scaduto.
Di quei momenti di pazzia spendereccia gli rimanevano un tatuaggio fatto a cazzo da un parrucchiere costato come una rata della macchina, due paia di jeans all'ultima moda che gli scoprivano il culo e gli comprimevano il pacco probabilmente impedendogli una futura paternità, una giacca di pelle tamarra ma cara come se la pelle fosse stata di triceratopo e una quantità di altre cose inutili che però lo avevano aiutato a passare dallo status di "indebitato" a quello di "indebitato abbestia".
"Ehmm, qualcosa di meno lontano? Vorrei un posto esotico, poco battuto."
"Ci sarebbe lo Sri Lanka. 800 euro. È un'isol..."
"Perfetto, non sò neanche dove sta, lo prendo."
"È sicuro? Solo il biglietto? Magari posso trov..."
"No, va bene. Mi vede se c'è ancora credito su questa carta?"
Era fatta. Biglietto aereo per lo Sri Lanka, partenza tra capodanno e l'epifania.
Venticinque giorni lontano da tutto in un posto che neanche conosceva.
Da solo.
Probabilmente senza soldi.
Sicuramente con tutti i suoi cazzi ancora appresso.
Venticinque giorni lontano da tutto in un posto che neanche conosceva.
Da solo.
Probabilmente senza soldi.
Sicuramente con tutti i suoi cazzi ancora appresso.
Tutto ad un tratto il piano gli parve un po' più complicato di come gli era sembrato all'inizio.
continua?
continua?